La diga di Kakhovka, costruita nel 1958 e strategica per alimentare la Crimea e la centrale nucleare di Zaporizhzhia, è saltata in aria, provocando la fuoriuscita incontrollata di un bacino da 18 milioni di metri cubi. Sono in corso scambi di accuse sulla responsabilità dell'evento: il presidente ucraino Zelensky ritiene che la Russia abbia "deliberatamente fatto saltare la diga" e chiede una reazione internazionale, mentre Mosca nega le accuse e ne incolpa l'Ucraina, sostenendo che si tratti di un atto terroristico per fermare le loro truppe.
A causa dell'esplosione, si è formata una chiazza di petrolio di circa 150 tonnellate che sta venendo trasportata dalla corrente verso il Mar Nero, causando l'evacuazione di migliaia di persone. L'intelligence americana tende a ritenere la Russia colpevole dell'evento. In risposta, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha convocato una riunione urgente, mentre la premier Meloni definisce "criminale" il danneggiamento della diga.
A causa dell'esplosione, si è formata una chiazza di petrolio di circa 150 tonnellate che sta venendo trasportata dalla corrente verso il Mar Nero, causando l'evacuazione di migliaia di persone. L'intelligence americana tende a ritenere la Russia colpevole dell'evento. In risposta, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha convocato una riunione urgente, mentre la premier Meloni definisce "criminale" il danneggiamento della diga.
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